Da quando siamo nati, abbiamo costruito un’immagine di noi stessi, per il nostro benessere, seguendo una precisa interpretazione. Creiamo certezze e una visione personale che ci dà la percezione di conoscere ed essere esperti in qualcosa. Abbiamo anche opinioni individuali sugli altri che seguono la nostra visione personale, cultura, background e influssi esterni come i media o semplicemente l’ambiente in cui viviamo.
La nostra mente è fondata su una solida struttura di opinioni e certezze. Questa struttura solida si scuote quando incontra novità, qualcosa di non familiare, qualcosa di nuovo.
Tutto ciò che è diverso da noi, dalla nostra immagine, riflessa in uno specchio, può suscitare curiosità o farci paura.
Culture, religioni, opinioni politiche e colore della pelle possono essere qualcosa di insolito e nuovo in alcuni paesi. In Italia, ad esempio, la maggioranza delle persone è caucasica; persone di colore sono entrate a far parte delle nostre comunità solo da alcuni anni per via dell’immigrazione dall’Africa. L’Italia è il primo porto dove sbarcare. Non parlano italiano, né conoscono la cultura italiana, approdano nella speranza di un futuro migliore.
Dal punto di vista italiano, che negli ultimi decenni non è stato abituato ad ospitare comunità completamente nuove, così diverse per cultura, religione e aspetto, è eccezionalmente complicato avviare un processo di inclusione. Gli italiani non parlano inglese. Solo il 27% degli italiani parla inglese.
I popoli emigranti non parlano italiano, ma soprattutto inglese; gli italiani non parlano inglese, ma solo italiano.
Tutto parte dalla comunicazione. Senza comunicazione, non c’è modo di facilitare un processo di inclusione. C’è una grande lacuna che deve essere colmata per facilitare il Cambiamento. La mancanza di comunicazione apre le porte alla scoperta dell’ignoranza.
L’ignoranza è tutto ciò che possiamo imparare.
Il processo di consapevolezza di questo pezzo di conoscenza mancante porta a una scoperta.
Succede esattamente quando ti rendi conto che qualcosa di fronte a te, così diverso da quello che pensi di sapere, è solo una domanda a cui darei una risposta.
Questo è il momento della scoperta.
Il primo giorno di un programma di sviluppo della leadership tenuto presso la Lehigh University in Pennsylvania, studenti internazionali provenienti da 50 paesi diversi si incontrano e lavorano insieme per cinque settimane. Una studentessa dell’Oman, una donna, non sposata, coperta dal velo, molto rispettosa delle sue tradizioni, è arrivata prima degli altri studenti al programma. Ha iniziato a familiarizzare con l’ambiente. Era la sua prima volta negli Stati Uniti; tutto le sembrava come in un film. Ha visto un campus americano solo nei film. Adesso stava vivendo in uno di quelli.
La meraviglia di questa ragazza è stata sostituita da un’interazione sociale più pragmatica quando sono arrivati gli altri studenti. Un gruppo di ragazzi spagnoli è entrato, con i loro bagagli, in jet-lag ed allo stesso tempo entusiasti di vivere la stessa meraviglia della ragazza omanita. Lei era lì, ad accogliere ogni nuovo arrivato.
Come ogni persona latina farebbe nell’incontrare qualcuno (almeno prima della pandemia covid-19), allungavano il braccio per una stretta di mano di saluto.
Per comprendere appieno le culture in generale, è una pratica eccellente fare ricerche su quel paese specifico. Ad esempio, la società dell’Oman è fortemente influenzata dall’Islam, che governa ogni aspetto della vita dei musulmani. L’Oman è noto anche per la loro ospitalità e generosità. Quando si tratta di saluti tra amici e familiari, si usa solitamente baciare sulla guancia, ma in un contesto lavorativo, gli uomini musulmani non stringono la mano a una donna e una donna dell’Oman non stringerà mai la mano agli uomini. La dignità e il rispetto sono i fondamenti della cultura dell’Oman; non farebbero mai sentire a disagio una controparte.
I nuovi arrivati spagnoli allungarono le braccia per salutare la ragazza. Lei si teneva le braccia incrociate sul petto e, con un grande sorriso, li ha accolti.
Nella cultura latina, non accettare una stretta di mano sembra e suona non convenzionale. Il gruppo spagnolo inarcò le sopracciglia in un gesto di disappunto giusto per quel momento, che portò per pochi secondi un dirompente malinteso e imbarazzo, che si sarebbe chiarito nei giorni a venire.
Quello è stato il momento in cui quesi giovani latini e socievoli hanno scoperto qualcosa che non sapevano, che avrebbero realizzato pochi giorni dopo.
La parte migliore è stata la reazione della ragazza dell’Oman. Un esempio di comunicatore assertivo e gentile e comprensivo essere umano. Ha rotto l’imbarazzo sorridendo, offrendo il suo aiuto con i loro bagagli e offrendo cibo e acqua.
La comunicazione è la chiave. La comunicazione interculturale è un’abilità che puoi sviluppare.
Sii ansioso di sapere cosa ancora ignori. Sarà un viaggio di meraviglia e scoperta.